Il Tribunale di Genova riconosce un bambino con due mamme: sconfitto il sindaco

Genova – Un bimbo appena nato e le sue due mamme sconfiggono il sindaco Bucci in tribunale. Infatti, a seguito della sentenza emessa dal giudice, il 12 novembre 2018, il Comune ha dovuto inserire entrambi i genitori nel certificato di nascita del piccolo, che tra poco compirà  un anno. Si tratta del terzo caso in Italia negli ultimi 6 mesi ed il primo in Liguria. Tuttavia, nei prossimi giorni il Tribunale di Genova si pronuncerà  anche in merito ad altri 2 ricorsi.

Il ricorso alla fecondazione assistita

La coppia genovese è ricorsa alla fecondazione assistita all’estero, per coronare il proprio desiderio di diventare genitori, che ha portato alla nascita di un bel bambino, che ha effettivamente due mamme. Tale meravigliosa storia familiare, tuttavia, è stata stroncata dall’anagrafe, che ha violato, come ha tenuto a precisare il Tribunale di Genova i diritti del bambino. Infatti, tale ufficio si è rifiutato di registrare il nome di entrambi i genitori del nascituro, perchè entrambi donne. Del resto, nel Bel Paese non vi è una legge che regolamenti la possibilità  di riconoscere un bambino da parte di due genitori del medesimo sesso, ma nemmeno una che lo vieti.

Il no dell’anagrafe di Genova

L’anagrafe di Genova si è rifiutata di apportare entrambi i nomi delle donne nella voce genitore. I legali di tale famiglia arcobaleno, Elena Fiorini e Ilaria Gibelli, infatti, hanno affermato: “Le due mamme si sono recate all’anagrafe e hanno chiesti di essere registrare entrambe come genitori del bambino e hanno basato la loro richiesta sul consenso informato della legge 40 sulla procreazione medicale assistita, sulla volontà  e non sul dato biologico”. Tuttavia, i funzionari dell’anagrafe sono stati irremovibili, in quanto la legge in questione non prevede che i genitori siano dello stesso sesso. Per tanto, hanno rifiutato la registrazione.

I legali delle due donne: “Negare la bigenitorialità  è negare diritti al bambino”

Dunque, lo scorso luglio, gli avvocati delle due donne, hanno depositato il ricorso, ponendo al centro di tutto i diritti del bambino. E hanno tenuto a precisare: “Abbiamo messo l’accento sull’interesse del minore. Perdere il diritto alla bigenitorialità  significa perdere molti diritti: l’assegno di mantenimento in caso di rottura del rapporto tra i genitori, il diritto alle famiglie, cioè ad avere nonni legalmente riconosciuti, il diritto alla successione e dunque all’eredità . Negare la bigenitorialità  è negare diritti al bambino”.

La sentenza del Tribunale di Genova

Ed il tribunale ha avvalorato la tesi delle due avvocate, come del resto aveva fatto anche il pubblico ministero Vittorio Ranieri Miniati. Il 12 novembre scorso è arrivata la tanto attesa sentenza, scritta dalle magistrate Maria Antonia Di Lazzaro, Daniela Canepa e Laura Cresta, nella quale si richiama “l’evoluzione del diritto di famiglia italiano, con riferimento specifico allo status filiationis e, dunque, dei diversi modelli di genitorialità  che ad esso possono dare luogo e, rispettivamente, quella da procreazione naturale, adottiva, e quella da procreazione medicalmente assistita”.

Ed è proprio su quest’ultima,che le giudici si sono soffermate, affermando che in essa “assume importanza centrale la consapevole assunzione di responsabilità  genitoriale all’atto di intraprendere un percorso di procreazione assistita». Inoltre, nella sentenza è stata citata “la non contrarietà  all’ordine pubblico dell’omogenitorialità “, ma soprattutto il fatto che “in questo settore non si può più fare esclusivo riferimento ai concetti tradizionali di paternità , maternità , filiazione, derivanti dal dato procreativo naturale». Dunque, è stato ordinato all’ufficiale di stato civile del Comune di “procedere alla rettificazione dell’atto di nascita del minore con l’indicazione della doppia genitorialità “.

Grazie a tale sentenza, quindi, le due mamme genovesi hanno coronato il loro sogno d’amore, ma soprattutto si è fatto un ulteriore passo in avanti in merito ai diritti delle coppie arcobaleno, riguardo ai quali, in Italia, si è ancora molto indietro.