Cina, aperta indagine su esperimento gemelline nate con Dna alterato: “Il vaso di Pandora è stato aperto”

Sul caso di genoma-editing annunciato dal ricercatore He Jiankui la Commissione Nazionale per la Sanità  ha richiesto accertamenti. L’università  presso cui lavorava lo studioso, in congedo da febbraio scorso, ha rivelato di non essere a conoscenza di tali ricerche.

Apertura indagine

La Cina ha deciso di aprire un’indagine in merito all’esperimento delle gemelline nate con Dna alterato. Ad annunciare il fatto è stato ieri (27 novembre 2018) un ricercatore cinese, He Jiankui, che ha dichiarato di aver contribuito alla loro nascita, che sarebbe avvenuta tramite fecondazione in vitro, mediante una tecnica denominata genoma-editing. Tali dichiarazioni, nonostante la mancanza di evidenze scientifiche, hanno sollevato numerosi interrogativi, sia sul piano scientifico che su quello etico.

Tecnica di genoma-editing

Secondo quanto emerso dalle prime indagini, all’esperimento avrebbe partecipato anche uno scienziato statunitense. La tecnica che è stata utilizzata è quella del genoma-editing che è vietata in America, in quanto sembra che le alterazioni del genoma, potrebbero danneggiare gravemente gli altri geni. Non vi sono conferme scientifiche al riguardo, ma pare che He Jiankui abbia condotto tale test durante i trattamenti di fertilità  di ben 7 coppie, provocando un’alterazione degli embrioni.

Tuttavia, solo una gravidanza sarebbe giunta a termine. Alla base di tale esperimento non vi era il desiderio di prevenire o curare determinate patologie ereditarie, bensଠdi modificare il Dna degli embrioni, al fine di renderlo resistente a future infezioni da Hiv: una caratteristica genetica presente naturalmente in alcuni individui. Per riuscire in tale intento, il ricercatore cinese è intervenuto tentando di disattivare il gene CCR5.

Le parole di Maurizio Genuardi

A commentare la vicenda è stato anche Maurizio Genuardi, presidente della Società  Italiana di Genetica Umana, che, in un’intervista ha dichiarato, che qualora vi saranno delle conferme al riguardo, sarà  necessario indagare in modo approfondito in merito alle motivazioni che hanno portato i ricercatori ad attuare un esperimento in cui viene attuata una modifica genetica non reputata essenziale.

Dello stesso pensiero è anche Giuseppe Novelli, il rettore dell’Università  di Roma Tor Vergata, che ha tenuto a precisare che: “Queste tecniche dovrebbero essere usate solo ed esclusivamente per garantire il benessere della futura persona e dei suoi discendenti, non per migliorarli geneticamente”.

Il ricercatore in congedo da febbraio

A seguito dell’annuncio fatto dal ricercatore He Jiankui, la Commissione Nazionale per la Sanità  ha ordinato un’indagine immediata sulla vicenda, anche perchè “fortemente preoccupata” per quelle che potrebbero essere le conseguenze dell’esperimento potenzialmente condotto.

Per ora sembra che non vi siano prove concrete che confermino che quanto dichiarato dallo studioso sia effettivamente avvenuto. Anche l’università  presso cui lo scienziato lavorava, ma dalla quale si era messo in congedo non pagato da febbraio scorso, si è detta allo scuro delle ricerche, in quanto “violano l’etica e le norme” della struttura.

“Il vaso di Pandora è stato aperto”

In una lettera aperta, 122 scienziati hanno tenuto a dire la loro in merito all’ipotetico esperimento condotto dallo scienziato cinese, precisando che l’utilizzo delle tecnica Crispr-Cas9 per l’alterazione dei geni negli embrioni umani è piuttosto rischioso. Inoltre, hanno affermato: ” Il vaso di Pandora è stato aperto. Possiamo avere ancora un briciolo di speranza di chiuderlo prima che sia troppo tardi“.